RIVISTA ORALE (Mirano n. 2)

di filosofie arti e scienze

 con la collaborazione di

 

COMUNE DI MIRANO

Assessorato alla Cultura

 

ASSOCIAZIONE CULTURALE

“NEMUS”

VENEZIA

 

 

alle ore  20.45  di giovedì

  11 dicembre 2008

presso

il Teatro della Villa Belvedere al Parco

MIRANO

 

 
              
VIOLENZA

 

Violenza ha a che fare con “forza” (vis), ma di essa rappresenta l’eccesso, l’andare oltre il limite, l’infrangere la legge. Sempre che la legge (di dio, degli uomini, della natura) sia riconosciuta. È questo il motivo per cui, un tempo, la violenza poteva assumere anche caratteri epici: la legge era riconosciuta, la trasgressione era voluta, il castigo era atteso. Oggi siamo circondati da violenza assolutamente gratuita, perché nella grande Gomorra in cui tutti abitiamo non si ha nemmeno notizia di cosa sia la legge di dio o degli uomini. Ma non riconoscere il limite non significa diventare come dio, vuol dire semplicemente smettere di essere uomini.       Eppure la tentazione della violenza sembra invincibile; essa appare connaturata a noi. La violenza non si può eludere, essa va attraversata. Ma come? La poesia del disegno, la danza, la musica, il racconto, l’arte rappresentano il modo in cui entrare nella violenza, sperimentandone sino in fondo la perversa vertigine, mantenendosi però puri nell’animo, così come succede all’angelo sterminatore. Oppure attraverso la fotografia, il video, la testimonianza diretta è possibile denunciare l’atroce violenza del potere che si abbatte sui deboli o sui “diversi”. Alla fine, bisogna comunque mettere in scena la violenza e rifletterci sopra, per poterne riconoscere i tratti e non farsi dominare da essa.